Altair, Guerriero Umano
Gli artigli dell’aquila colpirono nuovamente mentre , ad ali spalancate, essa danzava elegantemente in mezzo alle due fiere.
Altair terminò il suo attacco ritrovandosi come previsto innanzi ai due lupi i quali, ormai sfiniti, sembravano non più in grado di continuare la lotta.
I loro lucidi manti erano imbrattati di sangue, il loro respiro irregolare mentre, la lingua fuori, cercavano di ripristinare la giusta temperatura corporea ormai compromessa dall’estenuante combattimento.
Ma il conflitto più difficile traspariva dai loro occhi laddove il loro naturale istinto tentava , forse vanamente, di vincere la potente magia che li costringeva a continuare quell’insensata battaglia alla quale il loro padrone li aveva costretti.
Per un attimo il guerriero fu tentato di porre fine alle loro sofferenze ma l’intervento dell’elfa , che contro ogni aspettativa sembrava ora intenzionata a curare i due avversari, fermò il suo braccio e le sue spade.
Da sempre il giovane aveva provato più stima nei confronti degli animali che degli uomini; i primi infatti seguivano il loro naturale istinto in armonia con le leggi della natura mentre gli ultimi erano sempre più simili ad un cancro distruttivo , abbandonando quel ruolo di guardiani che all’inizio dei tempi gli Dei avevano per loro decretato.
“Vi è più onore e amicizia in un branco di lupi che in una comunità umana”, diceva sempre il maestro , quando oltre alle discipline marziali dedicava al suo allievo anche più saggi insegnamenti su come vivere nel mondo,
“In fondo è anche per questo che mi sono ritirato in questa valle solitaria. Ma anche così non si risolve nulla; alla fine siamo costretti a vivere con i nostri simili e solo in quel modo, forse, possiamo piano piano provare a cambiare le cose”.
E Altair voleva cambiare, ad ogni costo, anche se la via che ora aveva scelto non era di certo quella che il saggio Duncan aveva per lui previsto.
Tornando al combattimento fù cosi che il guerriero dalla nera armatura decise di fidarsi dell’elfa, lasciando a lei il compito di provare a rompere il tenebroso giogo che teneva legati i due lupi alla volontà del licantropo.
Poteva ora concentrarsi su altro e il suo primo istinto fu ovviamente quello di andare ad aiutare Erech. Ma un fatto inaspettato frenò ancora le convinzioni del giovane, allorchè Karin si precipitò da sola verso la caverna che sorgeva li vicino, quasi fosse in preda ad un potente richiamo.
“Il gioiello”, pensò Altair, ricordando il motivo per il quale erano li,
“con quello forse potremo porre fine a questa lotta…però…”,
Da bravo soldato delle tenebre una seconda idea gli balenò nella mente. Sembrava ora facile seguire la bambina nella grotta con una scusa qualsiasi per poi impossessarsi del potente amuleto e consegnarlo dritto dritto nelle mani di Sua Maestà. Sarebbe stato un dono prezioso e sicuramente i maghi al servizio della sua Dea avrebbero potuto ottenere da esso qualcosa di interessante.
Fece per fare alcuni passi verso la grotta quando l’eterno conflitto della sua anima tornò a farsi sentire. Mentre le tenebre insistevano per impossessarsi di quel potente artefatto, la luce rese i pensieri di poco prima decisamente non onorevoli e degni di un cavaliere, oltre al fatto che sembrava più vantaggioso guadagnarsi ora la fiducia della giovane artigiana per poter poi, in futuro, usufruire dei suoi servigi per qualcosa di più costante e duraturo. Agendo con saggezza forse avrebbe anche potuto carpire da essa il segreto su come quel gioiello fosse stato creato , rivelarlo a chi di dovere e ottenere cosi un doppio risultato positivo.
Fu nuovamente Sarnek a interrompere quelle riflessioni: nuove parole echeggianti nella mente del giovane soldato, parole in cui si poteva percepire un forte conflitto nell’anima del piccolo mezz’elfo……un forte conflitto e una profonda sfiducia.
“Noi siamo quello che vogliamo essere, nulla di più. Nessuna costrizione, nessun potere può tenere legato un’anima…non scordarlo mai”, fù la risposta di Altair prima che quel misterioso collegamento mentale venne interrotto.
A quanto pareva Sarnek aveva ora deciso di seguire Karin nella grotta, sicuramente per tenerla al sicuro da eventuali imprevisti non calcolati.
Non rimaneva quindi altro da fare che concentrarsi sul licantropo, in due lo avrebbero sicuramente messo più seriamente alla prova.
Di nuovo l’aura combattiva del giovane guerriero delle tenebre si palesò attorno a lui, riattivando l’aiuto alle sue difese e a quelle dei suoi compagni.
Ancora gocciolanti del sangue dei due lupi, le lame furono sollevate verso il Mannaro, la luce violetta dell’aura di Altair che ora si rifletteva chiaramente sulle argentee lame striate di liquido carminio.
“Vediamo se la tua intelligenza ti aiuterà ad affrontarci entrambi”, minacciò , mentre l’avversario si scatenava con un attacco basso verso Erech.
Alle Parole seguì l’azione e mentre il Lican attaccava e l’elfo si preparava alla difesa, l’aquila tornò alla carica,
‘ volando’ verso l’avversario con un rapido balzo che si sarebbe poi sviluppato in due Sgualembri incrociati dritti verso le spalle dell’uomo lupo.
Attacco conto Licantropo 27 ( 13 attacco base +4 Spada corta +6 Spada Lunga +1 Collina +3 Artiglio della Tigre)
Attivazione Libro Posizione Tartaruga Azzannatrice (-5 Magia +3 difesa al gruppo per 4 turni ). Magia rimasta : 2
Edited by Lord Altair - 23/2/2012, 16:51