La fanciulla nera, Avanzamento nero..

« Older   Newer »
  Share  
Narratore PNG
view post Posted on 19/1/2012, 22:23




Narratore



Quella notte il Tempio dei Sacri Guerrieri brillò di una strana luce e aquile uscirono da esso portando con se due lettere una nera e una bianca dirette ai migliori guerrieri del regno. Le aquile volarono tutta la notte per portare quei messaggi, al momento dell'arrivo il guerriero si sarebbe trovato a scegliere quale lettera avrebbe aperto per prima, ciò avrebbe causato l'immediata distruzione dell'altra lettera ancora chiusa.

Poco lontano dalla foresta di Calen si estendeva una Foresta Oscura sempre costantemente avvolta nella nebbia insieme ai suoni degli animali notturni che rendevano quel posto tetro e lugubre.

In quella foresta oscura si trovata un grande castello formato da pietra nera e intorno a esso si aggiravano piccole creature armate, che si muovevano alcune a piedi altre portate da grandi vedove nere, in quel castello c'era colei che sarebbe stata l'artefice dell'avanzamento, colei che avrebbe sviluppato in maniera incredibile i guerrieri che avrebbero scelto la lettera nera.

Le lettere possedevano incise al suo interno il luogo dove sarebbe avvenuto l'avanzamento spettava al guerriero la scelta di parteciparvi o no.
Il foglio nero al suo interno sembrava apparentemente senza nessuna scritta quando al tocco apparvero parole incise magicamente sul foglio nero "Foresta Oscura a nord della Froresta di Calen, in un castello nero vi aspetto per mettere alla prova le vostre capacita.." la calligrafia femminile e il luccicante scorrere delle bianche scritte sul foglio nero che emanavano un profumo di rosa, l'invito era ormai stato mandato e la donna misteriosa attendeva i coraggiosi che avrebbero accettato il suo invito.


Avanzamento Nero partecipanti:

Sarnek
Altair

Edited by Mioka - 15/5/2012, 01:18
 
Top
Sarnek_Deschain
view post Posted on 20/1/2012, 14:46




Il Piccolo Mezz'Elfo stava riparato dalla pioggia presso la tettoia di una casetta, tenendo appoggiate le spalle contro la superficie fredda della porta in legno massiccio, sperando che i proprietari non aprissero la porta di colpo per farlo cadere all'indietro. L'unica cosa che lo riparava dalle poche gocce di acqua che arrivavano da lui, era il mantello verde scuro, quasi nero, che lo copriva da capo a piedi - arrivando a celare il suo volto dagli occhi altrui, visto che il cappuccio di cui il mantello era munito arrivava fino al naso del bambino.

Le piccole mani erano strette intorno al suo corpo tremolante, perché non aveva vestiti diversi che la divisa della Gilda, e non tenevano molto caldo - o meglio, normalmente l'avrebbero fatto, se al bambino non l'avesse preso la pioggia prima di trovare quel piccolo riparo. Sopra la maglia nera a maniche lunghe indossava un gilet pesante dello stesso colore, che portava i bottoni rossi e dei simboli a spirale; i pantaloni erano a loro volta spessi, sempre neri, come anche gli stivali, e nel destro aveva il pugnale degli Assassini.

Lui non aveva un posto dove stare, era un bambino lasciato da solo in una terra che non conosceva: con unico riferimento, unica missione, quel Cavaliere dell'Aquila che doveva a tutti i costi uccidere. Strinse le ginocchia a sè, appoggiando il mento su di esse, mentre gli occhi violetti che solitamente si mostravano arrabbiati e solitari - ora erano lo specchio totale della sua mente: paura, terrore, tristezza, rabbia. Non voleva fare del male a quell'uomo, non voleva far male a nessuno, ma non poteva sottrarsi al volere dei suoi superiori - perché già altre volte l'aveva fatto, ed era stato torturato, l'avevano minacciato con la vita di Katerina, e non poteva fallire.

Tirò sù col naso, andando ad appoggiare la fronte alle ginocchia e rinchiudersi in sè - differenziandosi da un sacco di patate per il semplice fatto che gli spuntavano i piedi da sotto i lembi del mantello. Le piccole orecchie a punta scattarono lentamente sotto il tessuto del cappuccio, e il bambino sollevò lo sguardo, puntando gli occhi violetti sul cielo - senza ancora scorgere niente. Erano innocenti quei occhi, gli occhi di un bambino che era solo e non aveva nessuno, e che era costretto a mascherare la sua debolezza, le sue paure, e le sue domande perchè gli veniva ordinato cosi.

Sussultò quando trovò vicino a sè un'Aquila, che se ne andò quasi subito, lasciandosi dietro due lettere: una bianca e una nera. Il bambino seguì il rapace con lo sguardo fino a quando non lo vide scomparire, pensando che sicuramente quelle lettere erano dei proprietari della casa, dunque non si degnò nemmeno di aprirle. Rimase un altro pò in silenzio, pensando a quante volte aveva cercato di rivolgere le sue domande ai carcerieri della gilda, che l'avevano picchiato perchè lui non doveva parlare; o quando qualcuno si degnava di rispondergli, lo insegnavano che la sua unica missione era quella di fare ciò che loro gli dicevano, e non disubbidire. Dunque a quelle poche persone che aveva conosciuto lì, su quel mondo, si era mostrato come un ragazzo sicuro - seppur fosse solo un bambino. E anche se dentro di sè non aveva alcuna certezza, alcuna idea, alcuna spiegazione alla missione che doveva compiere - non poteva darlo a vedere. Era un ragazzino che non conosceva l'affetto, che non sapeva come comportarsi in un mondo che gli era sempre stato ostile, che l'aveva torturato di continuo.

Aggrottò la fronte, perchè sentiva un ronzio insopportabile nella sua testa, tanto che anche le orecchie scattarono infastidite. Lentamente abbassò lo sguardo dubbioso sulle lettere che erano vicino a lui, posando gli occhi violetti soltanto su quella nera, d'istinto. Era sicuro: era da lì che sentiva provenire quel ronzio, che aumentò di colpo quando appoggiò le dita sulla superficie della lettera. Quando la aprì il ronzio smesse, ma si scostò di colpo nel vedere la lettera bianca prendere fuoco di colpo. Battè lentamente le palpebre, per poi abbassare lo sguardo sulla lettera nera e guardare la scritta che c'era all'interno.

Non sapeva chi l'aveva scritta, non sapeva perchè. Sembrava una sfida, ma non aveva niente da perdere lui. Forse avrebbe preferito morire in quella missione, in quella trappola, o quello che era - piuttosto che essere costretto a tornare nella Gilda con l'uccisione di Altair avvenuta o meno. Rinchiuse la lettera con cura, e le piccole dita della mano sembravano quasi ridicole su quella lettera quasi malvagia a sè stante. Si alzò lentamente in piedi, appoggiando la mano allo scalino per agevolarsi, poi ripiegò la lettera e la ripose nella tasca.

Sollevò lo sguardo, guardando di fronte a sè: la foresta era quella che aveva di fronte, il nord ormai sapeva qual'era perchè aveva girato da quelle parti per un pò. Si rinchiuse nel mantello, tenendolo stretto a sè grazie anche all'uso delle mani,e chinando il capo iniziò a correre sotto la pioggia per raggiungere gli alberi. Si mise dunque in viaggio - e grazie all'allenamento che aveva, sarebbe riuscito a giungere facilmente verso la parte a nord della foresta. Era anche curioso, su quello che sarebbe potuto accadere, la curiosità forte dei bambini che, raramente, può essere fermata.
 
Top
Lord Altair
view post Posted on 20/1/2012, 16:35




Altair, Guerriero Umano





Il viaggio di ritorno stava finalmente per giungere al termine, ancora pochi alberi e la foresta di Calen si sarebbe aperta sul villaggio che ormai avevo imparato a considerare la mia dimora in questo mondo.

Alcuni dei miei compagni avevano lasciato il nostro gruppo poco prima e l'ultimo tratto lo avevo passato con la sola ed esclusiva compagnia del giovane mezzelfo di nome Sarnek che se ne era andato solo poco prima di raggiungere il piccolo centro abitato.

I recenti eventi si erano dimostrati particolarmente interessanti, sopratutto lo scoprire la presenza in questo mondo di una fanciulla come Karin, i cui poteri potevano essere utilizzati per la nostra causa.

La bimba era sicuramente molto cauta, per cui non sarebbe stato facile usufruire dei suoi servizi, ma in fondo avevo l'impressione di aver ottenuto la sua fiducia, per cui le cose si sarebbero forse rivelate più facile di quel che pensavo.

La missione che si era appena compiuta sarebbe stata la principale protagonista del mio prossimo rapporto, le cui conclusioni sarebbero poi state analizzate dai miei superiori che avrebbero infine deciso come procedere.

La mia idea era di approcciare la ragazza come normali clienti, il mio nome avrebbe sicuramente abbassato un po le difese della fanciulla, dopodichè avremmo potuto provare ad azzardare dell'altro. Sicuramente convincerla a lavorare per la nostra causa sarebbe stato impossibile, ma riuscire ad ottenere da lei ingenti forniture di goielli magici con cui equipaggiare i nostri uomini, beh quello ero sicuro sarebbe stato molto più facile.

Metodi e mezzi si sarebbero visti in seguito, ma conoscendo la 'politica dell'esercito in cui militavo', si sarebbe provato a seguire il metodo ' poche spese, massimo guadagno', che in molti casi equivaleva ad un semplice rendere in schiavitù i necessari lavoratori.

Per Karin non volevo arrivare a tanto, ma conoscendo l'astuzia di chi ci guidava, ero convinto che un modo più gentile di seguire quella politica si sarebbe sicuramente trovato.

Dopo giorni di viaggio accolsi l'entrare nella locanda in cui alloggiavo come un vero e proprio rientro a casa. Il calore del fuoco e il profumo delle vivande calde si rivelarono essere un tesoro prezioso quasi quanto il gioiello per il quale avevamo appena lottato, ma il desiderio di buttarmi subito su del cibo e una buona birra fresca venne subito disilluso dal mio notare una presenza decisamente famigliare e che mai mi sarei aspettato di vedere.

Una figura avvolta in anonime vesti, il volto nascosto nelle ombre di un cappuccio , sedeva isolata vicino al camino, sorseggiando tranquillamente da un grande boccale di birra. Le persone attorno sembravano ignorarlo, malgrado l'aspetto non fosse dei più tranquilizzanti, ma io sapevo benissimo che il fatto era dovuto all'incantesimo lanciato su quelle vesti, in grado di agire inconsciamente sulla mente degli individui facendo sembrare normale e di poco conto la sua sospetta apparenza.

Su di me quell'incantesimo non aveva effetto, essendo io perfettamente a conoscenza della sua identità. Cosi dove altri vedevano un semplice uomo e semplici vesti, io ero in grado di riconoscerlo come un draconico, uno dei soldati di Elite del nostro esercito.
Cosa mai ci faceva qui?. Cosa lo aveva spinto ad attraversare il portale per raggiungermi?.

Mi avvicinai al suo tavolo e gli sedetti di fronte, chiamando poi una cameriera e ordinanto da bere anche per me.
La ragazza mi sorrise amabilmente e leggermente imbarazzata corse lesta ad esaudire la mia richiesta.

"Era ora", disse intanto il draconico, la rabbia difficilmente nascosta nel suono della sua voce, "non ho affrontato assassini elfi e viaggiato in compagnia di uno di loro per poi stare qui ad attendere il tuo arrivo per giorni, dovrai ripagarmi vitto, alloggio e tutte le fatiche sopportate. Ma ora non perdiamo tempo, portami alla tua stanza ..ho delle cose importanti da dirti."



"Beh", risposi io, stirando la bocca nel mio consueto sorriso in tralice, "Se ogni giorno di attesa hai gozzovigliato come stai facendo ora, direi che non puoi lamentarti".. Innanzi a lui infatti, oltre alla brocca, ora avevo notato l'avanzo di quello che sembrava un pasto decisamente abbondante e succolento.

"Ricordati chi sei Soldato", ribattè seccamente, alzandosi proprio nel momento in cui stava arrivando la mia tanto agognata birra, "Anche se sei il prediletto di Lord Verminaard io ho pur sempre un grado più elevato del tuo, per cui niente storie e vediamo di concludere velocemente questa faccenda, cosi che potrò finalmente tornarmene a casa".

Senza cerimonie afferrò il boccale a me destinato e se lo sgolà tutto d'un fiato, ridandolo poi alla basita cameriera e infine dirigendosi a grandi falcate verso le scale.

"Agli ordini", sospirai io, guardando il boccale vuoto e facendo spallucce, venendo però poi ricompensato dall'adorante occhiata dell'avvenente fanciulla alla quale risposi con una complice strizzata d'occhio, "Prima il dovere poi il piacere ragazza mia...questa è la dura vita del soldato..."

Lontani ora dalla folla, il messaggero si permise di scoprirsi il volto, mostrandomi finalmente a quale delle cinque razze di uomini-drago esso appartenesse. Il volto elegante e affusolato era ravvivato da profondi occhi color smeraldo dalla delicata pupilla verticale. Le scaglie che ne adornavano il viso erano di un lucido color rame il che lo indicava come un Kapak, la razza più avvezza al combattimento defilato e alla furtività, maestri nell'uso dei veleni e dotati loro stessi di due tipi di veleno diversi , uno paralizzante e l'altro mortale acido, cosi come acido era il sangue che scorreva nelle loro vene.

"Mi chiamo Rinnak e sono qui per ordine diretto di Lord Verminaard", dichiarò infine, la lunga lingua biforcuta che mentre parlava saettava tra le fila dei suo denti aguzzi, "Devo consegnarti un oggetto da parte di tua madre Alcyone , insieme ad una sua lettera per te."


Non mi sfuggì il fatto che non aveva menzionato il grado di mia Madre, sicuramente superiore al suo visto che si trattava di un comandante di compagnia. Questo stava ad indicare che ancora vi era della diffidenza nei suo riguardi, dovuta sicuramente al fatto che si trattasse di un elfa, da sempre razza considerata nemica numero uno delle nostre armate.

Ignorai la cosa, inutile mettersi a discutere per questo, oltretutto Rinnak aveva ragione, ero un suo subordinato e quindi gli dovevo rispetto e ubbidienza, cosi come avevo giurato il giorno in cui presi la mia decisione di arruolarmi nelle Armate dei Draghi, per seguire la strada che con tanta fatica Alcyone aveva per me preparato.

Il Kapak prese ad armeggiare con le sue mani artigliate in una delle sacche che portava ai fianchi, estraendone infine una collana e un busta sigillata.

Grande fu la mia sorpresa nel vedere il gioiello. Si trattava infatti dello stemma del mio casato, l'unico oggetto che avevo portato con me il giorno in cui decisi di lasciare la mia famiglia naturale per fuggire con Alcyone verso la mia nuova vita. Tanti anni erano passati...ero solo un bambino di 6 anni, appesantito dalla solitudine e con in mente sogni e fantasie di ogni tipo che usavo come antidoto per essa. Sogni che divennero realtà il giorno in cui incontrai l'elfa che infine presi a considerare come mia madre adottiva....sogni che alla fine si erano rivelati uno dei motivi principali per cui poi fuggii con essa.

Presi in mano l'oggetto, osservando con occhi quasi lucidi il medaglione raffigurante un'aquila ad ali spalancate, incoronata da tredici stelle dorate e con tra gli artigli una candida rosa. Quando partii per Minartias non ero riuscito a trovarlo e solo il mio forte senso del dovere mi aveva impedito di ritardare la partenza per poterlo cercare. Forse lo aveva preso Alcyone stessa per mettermi alla prova, forse la lettera che lo accmpagnava spiegava tutto.

Aprii la busta utilizzando il piccolo coltellino che portavo sempre con me per ogni evenienza, emozionandomi non poco nel trovarmi davanti l'elegante e raffinata calligrafia della donna che mi aveva allevato. Non mi ero accorto di quanto essa mi mancasse, anche perchè dal giorno in cui mi ero arruolato, il nostro rapporto si era evoluto per divenire qualcosa di più del semplice affetto di una madre per il porprio figlio, seppur non naturale.

Ma come soldato non potevo di certo farmi vincere da certe emozioni, men che meno buttarle in faccia a quello scorbutico draconico.

Ripresi la mia fredda e impassibile espressione, mentre le mie pupille danzavano avanti e indietro per le verdi iridi seguendo il flusso delle parole.

" Mio Caro Altair, sono lieto di sapere, dagli ultimi rapporti che mi hai inviato, che le cose ti stiano andando bene.

Le due donne che hai reclutato si sono mostrate degli ottimi acquisti e Lord Verminaard si è detto orgoglioso del tuo senso del giudizio. Ovviamente lo sono anch'io e più il tempo passa, più mi rendo conto che l'idea di mandarti in quel nuovo mondo da solo si rivelerà fondamentale per la tua formazione. Malgrado questa consapevolezza non posso di certo dirmi tranquilla, normale per una madre.... anzi.... forse ora dovrei dire normale per un'amante. Comunque sia, questo medaglione è il mio dono per te. Te lo presi poco prima della tua partenza perchè avevo intenzione di gettare su di esso un incantesimo e finalmente, grazie anche alla benevolenza della Nostra Gloriosa Regina e all'Aiuto dello Stesso Verminaard, l'incanto è stato completato. Non è nulla di speciale, soltanto che grazie ad esso, io, Verminaard e Takhisis stessa saremo sempre in grado di sapere come stai, cosi come in caso di necessità potremo comunicare con te e tu con noi. Un metodo più semplice che dover continuamente raggiungere il portale per fare i tuoi rapporti.

L'utilizzo è semplice, il rubino che è uno degli occhi dell'aquila si accenderà se noi vogliamo comunicare con te, toccalo e dalla rosa apparira l'immagine di chi ti vorrà parlare. Al contrario, se vorrai tu comunicare con noi, tocca lo smeraldo che è il secondo occhio e io sarò pronta a risponderti.

Mi auguro che il dono ti sia gradito e che tu possa procedere al meglio nella tua missione,
portando anche in quel mondo Gloria e Onore alla nostra Oscura Sovrana.

Alcyone"




Appoggiai la lettera sul piccolo tavolo di cui la stanza era fornita e indossai il medaglione, ringraziando sinceramente Rinnak per avermelo portato sin qui.

L'uomo rettile sbuffò sonoramente , lasciando cadere la cosa con un gesto della mano e portandosi verso la vetrinetta degli alcolici, prendendo a servirsi un bel bicchiere di quello che poteva essere una specia di Whisky.

Le sorprese della serata non erano però ancora finite. La mia attenzione venne infatti attirata da un regolare battito alla finestra e come se l'indossare il medaglione avesse dato inizio ad una qualche strana evocazione, vidi al di fuori di essa la nobile forma di un'aquila reale che insistentemente batteva con il becco aguzzo sul vetro.

Mi affrettati ad aprirle, non tanto per la fretta di scoprire il motivo della sua presenza li, quanto per evitare che la sua forza riducesse in mille pezzi il fragile cristallo, andando ad aggiungere ulteriori spese a quelle che già dovevo pagare per l'alloggio del mio ' socievole postino rettiliano'

L'animale indicò il davanzale, indirizzando il mio sguardo su altre due lettere dall'aspetto alquanto misterioso, una nera e l'altra bianca. Fatto il suo dovere, spalancò le enormi ali e volo via lanciando il suo acuto canto, quasi volesse mostrare la sua soddisfazione nell'aver portato a termine l'impresa e di potersi quindi finalmente godere la libertà.

Osservai le lettere per un attimo, quasi ipnotizzato dalla loro presenza , e senza nemmeno accorgermene la mia mano corse subito a quella con la busta nera.

Appena la aprii la seconda iniziò a prendere fuoco per conto suo, lasciandomi cosi senza la soddisfazione di sapere cosa essa conteneva.

Sembrava comunque una scelta, o una o l'altra, cosa poi questo avrebbe significato era tutto da scoprire.

All'interno semplici parole in inchiostro bianco, scritte con una calligrafia non molto dissimile da quella di Alcyone. " Foresta Oscura a nord della Foresta Di Calen, in un castello nero vi aspetto per mettere alla prova le vostre capacità."

Una chiara sfida, qualcosa a cui un guerriero non poteva rifiutarsi di partecipare.

"A quanto pare mio caro Rinnak, hai bevuto l'unica birra che potevo permettermi di godermi questa sera...." - lo guardai, sorridendo furbescamente prima di rimettere mano allo zaino che speravo invece di poter quella sera abbandonare per qualche giorno di meritato riposo - "beh..direi che questo ripaga tutti i debiti che ho con te... Ti auguro un buon ritorno a casa, porta i miei omaggi a Lord Verminaard e ringrazialo per la cortesia di averti mandato qui col medaglione....a presto".....


Uscii dalla camera lasciando solo il draconico e ripresi nuovamente la strada verso quella che si prospettava una nuova e interessante avventura....

Edited by Lord Altair - 17/5/2012, 15:46
 
Top
Narratore PNG
view post Posted on 21/1/2012, 14:54




Narratore


Ogni eroe aveva deciso l'immediata partenza verso il misterioso castello nero, sia Sarnek che Altair avrebbero incontrato in cima alla torre più alta del castello dove risiedeva la stanza della fanciulla che gli aveva sfidati.

Nellla sua stanza una spazzola pettinava i lunghi capelli neri della misteriosa donna che con i suoi occhi blu come il mare osservava il suo riflesso allo specchio con lo sguardo severo e crudele di chi non ha pietà, di chi non prova compassione ne rispetto per nessun altro che se stessa, ma con il chiaro dolore che dentro la sua anima nera spera che tutto quel male possa giungere al termine.


Spostandosi vicino alla finestra si accarezzava i capelli quando il capo dei suoi uomini varcò la porta della stanza, "Mia signora hanno accettato tutti " disse inginocchiandosi davanti alla padrona timoroso il piccolo servitore "Bene ora..rendete l'arrivo di quei due bambocci un inferno..sono stata chiara?", il silenzio del piccolo goblin decretava il grande terrore che possedeva nei confronti della sua padrona e piegando il capo verso terra rispode "...sì mia regina.."

L'entrata alla Foresta Oscura era chiaramente evidenziata dalla fitta nebbia che oscurava il sentiero e da un gas velenoso che mescolandosi con la nebbia veniva assorbito senza evidenziarne la presenza per avvelenare lentamente gli intrusi senza che se ne accorgessero..ma chiaramente chi si intendeva di veleno poteva chiaramente intuirne la presenza coprendosi il volto con qualcosa per non respirare il gas tossico.

(Prova di Veleno: Nube velenosa sottrae -5 vita a pg, con il dado virtuale deciderò se sarete colpiti dal veleno o meno, gli assassini hanno un bonus classe al veleno di +2 che verrà sommato al risultato del dado virtuale: min 1 massimo 20, da 11 in su la nube non toglie vita da 10 in giù la nube sottrae -5 vita, il veleno smetterà di colpirvi fino a quando non raggiungerete il castello, vi comunicherò io quando sarà raggiunto.)

In cima a due alberi due piccole figure attendevano il passaggio degli intrusi con l'intenzione di porgerli un imboscata dall'alto.

(Prova di Percezione: Agguato favorisce un attacco di opportunità sui pg, i guerrieri hanno un bonus classe di percezione +2 che verrà sommato al dado virtuale per il superamento della prova, nel caso la prova fallisse i pg dovranno subire un attacco diretto ai punti vita senza possibilità di difendersi e prevenire il danno)

Rorg
Goblin assassino (maschio)

Vita: 100
Attacco:20
(13 base + 6 katar +1 gruppo)
Difesa: 21
(10 base + 11 armatura in pelle)
Magia: 12
Reazione: 13

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia)

Rerha
Goblin assassino (femmina)

Vita: 100
Attacco:20
(13 base + 6 katar +1 gruppo)
Difesa: 21
(10 base + 11 armatura in pelle)
Magia: 12
Reazione: 13

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia)

Prove abilità veleno


Sarnek
Vita: 500
(dado abilità 20+2 classe )

Altair
Vita: 500
(dado abilità 15)

Prova Abilità Percezione:



Sarnek
Vita: 500
(dado abilità 16 )

Altair
Vita: 500
(dado abilità 10+2 classe)

Prova veleno:

Sarnek superata
Altair superata

Prova Percezione:

Sarnek superata
Altair superata


Edited by Lord Altair - 17/5/2012, 16:09
 
Top
Sarnek_Deschain
view post Posted on 5/2/2012, 11:23




Sarnek camminava lentamente per la foresta, perdendosi quasi in quei alberi alti e perfetti, cosi piccola era la sua figura e insignificante per quei colossi verdi. Il piccolo mantello era avvolto intorno al corpicino scheletrico e scendeva fino ai piedi, forse un pò troppo lungo per lui però, visto il fatto che i lembi strisciavano il suolo. Teneva il capo chino, il piccolo, lasciando che i tratti rimanessero nascosti dal cappuccio che scendeva sul suo volto - ma erano ben visibili quei occhi viola che bruciavano di molte emozioni contrastanti. Continuò a camminare per la foresta, passando inosservato tra gli alberi che ignoravano perfino la sua figura per quanto minuscola e ridicola: erano ridicoli quei Kunai che teneva ai fianchi, quel pugnaletto che spuntava fuori dallo stivale destro e che era segno distintivo della sua appartenenza alla Gilda.

Le piccole ma delicate orecchie semi a punta si drizzarono di colpo, mentre il bambino sollevò il capo e guardò alla propria destra: una figura stava camminando a sua volte per quella foreste, percorrendo forse la sua stessa via, e i tratti misti alla statura permisero al piccolo Assassino di capire subito chi era. Altair aveva dunque, forse, ricevuto la sua stessa lettera - e ora era in viaggio verso la sua stessa meta. I passi del piccolo erano silenziosi abbastanza da non essere uditi dalle orecchie di quell'umano, dunque Sarnek si limitò solo a virare lentamente nella direzione opposta a quella della Stella Nera - studiandolo nelle sue movenze, come un predatore faceva con le sue prede. Come aveva sempre fatto, stava prendendo il suo tempo per studiare come si muoveva il bersaglio, osservare come reagiva in determinate situazioni, e altre cose simili.

Spostò gli occhi da lui, notando che intorno a lui c'era una specie di nebbia, e dilatò le narici mentre aggrottava la piccola fronte: afferrò con la destra il mantello e lo sollevò istintivamente, premendo il tessuto pesante e bagnato al naso - ringraziando che la pioggia lo aveva preso strada facendo e dunque il mantello era zeppo d'acqua. Ciò comunque era un fatto a sua volta negativo perchè anche i suoi vestiti erano bagnati, e non ci avrebbe messo poi molto a raffreddarsi, bambino com'era, e poi fragile. Ma in quel momento non era quello l'importante.

Nuovamente si drizzarono le orecchie a punta, mentre sollevava il volto e lasciava cadere il cappuccio sulle spalle. Evidenti furono a quel punto i capelli blu zaffiro che incorniciavano il suo viso da bambino, mentre puntava gli occhietti violetti tutto attorno . Spostò il viso, quando sentì un rumore, che fu subito seguito da un attacco improvviso da parte di due Goblin. Per sua fortuna i sensi lo avevano avvisato appena in tempo, così, contando sull'agilità che anni di addestramento tra i vittoriosi avevano rafforzato,non fù difficile per lui evitare il subdolo assalto delle disgustose creature.

Nel muoversi per evitare le lame degli assalitori, in lontananza tra gli alberi, la sua vista metà elfica riusciva a scorgere ancora la figura di Altair, seppur minuscola. Non seppe perchè lo fece, ma puntò gli occhi sulla Stella Nera e gridò con quanto fiato aveva nei polmoni "Altair! C'è il Veleno!" - volendo avvertire l'altro del fatto che quella nube gassosa era pericolosa se respirata a lungo. Gli occhi violetti tremarono appena, mentre il piccolo schiuse le labbra, osservando quella figura in modo strano. Si stava davvero preoccupando? Non era ciò che la Gilda voleva però ... lui ... lui però non voleva ... che male c'era ... se .... se ...

Si girò quando sentì altri rumori dietro di sè, e riportò l'attenzione sui goblin - dunque Altair quando sarebbe arrivato si sarebbe ritrovato nel vivo della battaglia, con il piccolo che gli dava le spalle esattamente di fronte. Il ragazzo dilatò le palpebre e aggrottò la fronte, pronto ad agire a sua volta. Saltò indietro velocemente, portando la mano destra ai Kunai che teneva lungo tutto il fianco sinistro, prendendone due tra le dita. Guardò il primo goblin che gli capitò sott'occhio, cercando di non sbagliare mira, e tese di scatto il braccio per distendere le dita e lasciare scivolare via i Kunai a tutta velocità verso il suo bersaglio. Non erano nemmeno arrivati a destinazione e già c'erano difficoltà: la cosa si prometteva bene.

Livello 1


Vita: 500
Attacco: 21/22
(attacco base 15, Pugnale +5 attacco, Kunai +4 attacco, +2 in collina e in foresta)
Difesa: 17
(Difesa base 11, Ubone (Scudo Piccolo) +6 difesa)
Magia: 10
Reazione: 11



Edited by Lord Altair - 17/5/2012, 16:02
 
Top
Lord Altair
view post Posted on 23/2/2012, 16:36




Altair, Guerriero Umano




La foresta Oscura rendeva sicuramente giustizia al suo nome, presentandosi ai miei occhi come la parte più fitta che io avessi mai visto della Foresta di Calen.

Alti e rigogliosi alberi, dal fusto dritto e massiccio, univano i loro rami per formare una intricata volta le cui verdi foglie sembravano in grado di bloccare la maggior parte dei raggi solari.

Tutto era avvolto dalla penombra e dal silenzio, persino gli animali sembravano non voler abitare in questa parte della foresta, lasciando alle antiche piante il compito di regnare su quel verde mondo che sembrava cosi stranamente alieno.

Ero accompagnato solamente dal suono del mio respiro e dal rumore degli stivali borchiati sul fitto sottobosco, interrotto ogni tanto dal lieve tintinnare delle mie spade e delle cinghie dell'armatura.

Non ero nemmeno certo della direzione che stavo prendendo, cercavo di orientarmi grazie al muschio e all'istinto, augurandomi di cuore di aver imparato bene le lezioni di sopravvivenza e di non ritrovarmi a vagare in eterno in mezzo a quell'onnipresente color smeraldo.

Fù allora che percepii la prima presenza, seguita immediatamente da una improvvisa consapevolezza.

La percezione era la prima cosa che Duncan mi aveva insegnato ad addestrare e io mi ero allenato fino allo stremo tanto da farla divenire istintiva.

Qualsiasi essere vivente era impregnato della sua energia vitale ( il Ki ) e emanava grazie ad esso un'aura di cui la maggior parte era inconsapevole.
Emozioni, intenzioni, semplici gesti davano a quest'ultima un certo impulso che coloro che si erano allenati a percepirla erano infine in grado di individuare.
Solo addestrandosi con costanza...e solo i migliori guerrieri, arrivavano infine a poter dominare appieno queste due caratteristiche ( Ki e Aura), sino ad essere in grado di tenerle nascoste agli avversari così da poter agire di sorpresa senza essere individuati.

Come accadeva per me, anche colui che ora stava camminando a breve distanza dalla mia posizione non era ancora in grado di controllarla, mandandomi cosi inconsapevolmente chiari segnali della sua presenza.

Sicuramente era circospetto, leggermente inquieto e concentrato al massimo per non farsi individuare. Forse mi aveva visto ed ora era intenzionato a seguirmi senza farsi notare...quali poi erano le sue motivazioni questo ancora mi sfuggiva.
La cosa che invece non mi era sfuggita fù la famigliarità con quell'aura, che seppur non potessi esserne certo al cento per cento mi diede la convinzione di appartenere a Sarnek.

Sorrisi tra me nel pensare a quel giovane, strano mezzelfo, ma come dissi poco prima, oltre a percepire la sua presenza ,ebbi anche la consapevolezza che qualcosa non quadrava. L'aria sembrava essersi fatta leggermente più pesante e anche una strana nebbiolina pareva ora emergere dal terreno. Aggiungendo a questi due fatti l'aver notato che nessun animale era presente nel luogo mi fece subito scattare in allarme, pensando immediatamente alla presenza di qualche strano veleno.

A quanto pareva, chiunque mi avesse invitato da queste parti, non voleva di certo rendermi la strada per raggiungerla priva di difficoltà.

Avvolsi attorno a me il candido mantello, coprendomi con esso la bocca e sentendomi subito meglio…...se solo avessi ritardato qualche istante forse quel veleno avrebbe avuto su di me un effetto di certo non piacevole.

Ignorando lo strano atteggiamento di Sarnek, che a quanto pareva seppur mi avesse riconosciuto non si mostrava intenzionato a farsi vedere, proseguii il cammino finchè i miei sensi non furono nuovamente messi in allerta; altre due presenze agivano nella foresta e le loro intenzioni sembravano decisamente ostili.


Sondando la situazione riuscii a farmi un’idea di quello che stava accadendo. Le due figure ostili stavano di certo attendendo il nostro arrivo, pronte per una veloce e facile imboscata…almeno secondo loro.

Tentai di frenare l’istinto di attaccarli, ritenendo più saggio lasciare ai due aggressori la convinzione di avere la sorpresa, per poi ricambiar loro la cortesia allo stesso modo.
Mi tenni quindi nascosto attendendo il momento propizio per colpire.
Non dovetti aspettare molto prima che la situazione da calma si trasformasse in uno scontro.

I due aggressori piombarono velocemente su Sarnek ma fortunatamente l'agile mezzelfo fu in gradi di evitare il loro attacco a sorpresa.Si trattava di semplici Goblin, stupide e vigliacche creature che in gruppo potevano però risultare pericolose.

Nell'ìstante in cui Sarnek evitava i colpi degli avversari i suoi occhi si appuntarono su di me e con tono d'urgenza nella voce urlò, avvisandomi del pericolo dato dal veleno per poi riportare la sua attenzione sulle due creature.
A quanto pareva le mie considerazioni sul mezzelfo si erano rivelate esatte…mi aveva visto e comunque non si era voluto palesare, aiutandomi però ora nel momento del bisogno.

“Proprio uno strano individuo”, pensai tra me.

Seppure il suo avvertimento mi aveva trovato gia preparato, sorrisi comunque a questa sua gentilezza, scuotendo poi tra me il capo e infine preparandomi all’azione.

Balzai fuori dal mio nascondiglio giusto giusto di fianco all’assassino ( seppur ancora non ero a conoscenza di questa sua natura), che nel frattempo si era preparato per attaccare uno dei goblin con i suo micidiali Kunai.

Lo guardai solo per un istante salutandolo con un cenno del capo poi, il volto ancora coperto dal mantello, estrassi le mie due lame e mi buttai nella mischia.

I due avversari erano relativamente vicini tra loro , quindi virtualmente facili prede per un attacco a sorpresa.

Come veloce brezza la mia figura apparve in mezzo ai due goblin e di seguito, con rapidità, le mie lame saettarono in fulminei attacchi orizzontali diretti ai fianchi delle due creature…..




Altair


Livello 1

Vita: 500

Attacco: 19 Rorg / 21 Rerha
( 13 attacco base +6 Spada corta) / (13 base + 8 Spada Lunga )

Difesa: 29
( 14 difesa base +15 Corazza di Scaglie )

Magia : 12
Reazione: 10



Edited by Lord Altair - 28/2/2013, 00:34
 
Top
Narratore PNG
view post Posted on 12/6/2012, 15:10




Narratore



Rerha e Rorg giunsero veloci sul piccolo mezzelfo che però agilmente gli evitò contrattaccandoli con dei kunai. Rorg saltò agilmente evitando il kunai di Sarnek e Rerha portandosi vicino a lui prese il veleno di serpe e bagnò la lama del katar. Altair giunse prontamente con felocità pronto a ferire al fianco i due piccoli goblin, Rerha scattando con una capriola indietro lo evitò agilmente mentre Rorg preso di sorpresa venne ferito al fianco.
"Rorg!" gridò con la sua vocina sottile la goblin "Sto bene ho solo abbassato la guardia..non ricapiterà più" disse portando lo guardo al nero guerriero -Non possiamo farli avanzare la signora non ce lo perdonerebbe o muoriamo per mano loro o per mano della nostra signora..-pensò puntando il katar verso Altair "Noi siamo Rorg e Rerha siamo i due guardiani assassini posti all'entrata come accoglienza per due intrusi come voi.."disse portando gli occhi sul piccolo mezzelfo "La nostra signora non ama ricevere guerrieri di basso livello quindi se volete arrivare al castello nero dovrete passare prima sui nostri corpi.". Rerha preparò il katar e portandosi a gran velocità al fianco sinistro di Sarnek tentò di ferirlo, Rorg correndo con la stessa velocità della compagna si portò al fianco destro di Altair per sferrargli un mezzano verso il suo ventre.

Rorg

Vita: 100
Attacco:20
Difesa: 21
Magia: 12

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia)NON ATTIVA

(dado difesa Sarnek 7 ) (dado difesa Altair 2)

Rerha

Vita: 100
Attacco:20
Difesa: 21
Magia: 12

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia)NON ATTIVA

(dado difesa Altair 15)

Sarnek

Vita: 500
Attacco: 21
Difesa: 17
Magia: 10

(dado attacco Rorg 3)

Altair

Vita: 500
Attacco: 17 Rorg / 19 Rerha
Difesa: 27
Magia : 12

(dado attacco contro Rorg 8) (dado attacco contro Rerha 10)

Altair colpisce Rorg
Altair fallisce contro Rerha
Sarnek fallisce contro Rorg

Veleno di serpe di Rorg e Rerha attivato

Rorg
vita: 83
magia: 7

Rerha
magia: 7
 
Top
Sarnek_Deschain
view post Posted on 15/6/2012, 20:29




"Veleno ..." fu la prima cosa che passò come un fulmine nella mente del piccolo ragazzino, quando vide uno dei due goblin bagnare la propria lama in uno strano liquido, dagli scopi più ignoti. Sospirò, guardando in direzione della Stella Nera: di nuovo quell'uomo di cui aveva soltanto sentito parlare e che l'aveva inquietato dal primo attimo che aveva posato gli occhi su di lui. Aveva avvertito uno strano magnetismo nel vederlo, dopo tutto quello che gli avevano detto sul suo conto: dunque erano diventate ancora più strane e difficili da comprendere, per lui, tutte quelle sensazioni che aveva provato nel trovarsi vicino al Tredicesimo Guerriero - Altair, seguace di Takhisis. Il piccolo socchiuse appena le labbra, lasciando fuoriuscire l'aria lentamente - aveva due nemici intorno, ma esistevano quei rari momenti quando un attimo sembrava durare delle vite intere ... Tale era la lentezza dei movimenti dei suoi avversari in quel momento.

< Rimase appoggiato al muro della Taverna, le mani appoggiate sul davanzale di quella finestre che era rimasta aperta per tutta la serata: le imposte della stessa erano spalancate e incastrate alla parete. Pioveva - ininterrottamente da qualche giorno ormai, e quello non era altro che una delle tante serate fredde e umide che aveva dovuto affrontare dal suo arrivo. Amava quel tempo atmosferico: il nasino del Piccino si muoveva a volte per captare meglio l'odore dell'umidità, che a volte riusciva ad avvertire nelle stesse ossa fragili che si ritrovava. I capelli bagnati scendevano bagnati intorno al suo volto come tante alghe appiccicate, ma l'acqua dava al colore blu una tonalità ancora più forte, ancora più particolare. Negli occhi era rispecchiata l'immagine del fuoco che scoppiettava nella Taverna, un pò distante dalla finestra dalla quale guardava lui, tenendosi con i piedi su un rialzamento per riuscire a guardare all'interno.>

Il vento per un attimo sembrò diventare appena più forte e sollevò con leggerezza il mantello nero che indossava il Mezz'Elfo - appoggiò con forza la gamba destra nel terreno per fare da contro a quella forza salda e intimidatoria. Si abbassò lentamente per prendere il pugnale che teneva nello stivale destro e chiuse con una leggera smorfia le dita intorno all'elsa, sentendo nuovamente quella consistenza comoda per la forma piccola della sua mano. Il pugnale aveva un motivo a spirale che lo caratterizzava per quasi tutta la sua lunghezza, con una "A" marchiata proprio sulla Guardia - l'attaccatura che unisce la lama con l'elsa.

La Sinistra volò veloce alla piccola borsa che aveva con sè: Piccola non perchè non aveva niente da metterci all'interno, ma perchè era giovanissimo lui e non poteva portare pesi eccessivi con sè. Afferrò la presa su una boccetta dalle dimensioni modeste e la stappò portandola presso i denti: strinse questi ultimi sul tappo di sughero e lo strappò via. Lasciò scorrere il contenuto lungo tutta la lunghezza della lama, senza badare ai meravigliosi giochi di luce che si erano andati a formare sulla sua superficie: il liquido scuro, quasi sul verde, scivolava lento e letale fino alla punta del pugnale. Cadde in piccole e singole gocce anche sul suolo, vicino alle scarpe del Piccolo: quest'ultimo non ci badò nemmeno, sollevando gli occhi sui due, che avevano appena finito di dire che non accettavano l'idea di lasciare passare dei Guerrieri cosi scarsi.

<vide ad un Tavolo la figura di Altair e un suo amico, anche se non sapeva nemmeno chi o che cosa fosse quella sagoma deforme che vedeva. Gli occhi erano tutti per quell'uomo: per la Stella Nera, che non aveva nemmeno prestato attenzione alla finestra perchè era troppo occupato a parlare con il suo interlocutore. Sarnek, dal canto suo, non riusciva a captare le parole che dicevano perchè c'erano troppe persone a parlare in quell'abitacolo - nemmeno un Elfo allenato sarebbe riuscito a distinguere e dividere i vari discorsi presenti. Scrollò le spalle e si lasciò scivolare giù: i piedi finirono in una pozzanghera e si bagnò più di quanto già non lo fosse. Sorrise appena, prima di voltarsi e allontanarsi lentamente dalla taverna, stringendo le dita intorno al mantello per cercare di darsi un pò di conforto per tutto quel gelo e quella acqua>

"Se loro usano il Veleno ..." pensò Sarnek, aggrottando la fronte " Mi toccherà usare a mia volta la Formula del Veleno di Vipera .. L'unica che ho con me ..." continuò, sperando in cuor suo che potesse servire a qualcosa contro quei esseri. Guardò un'ultima volta il fare della Stella Nera, prima di venirsi arrivare contro uno dei due goblin - rimanendo stupito per un attimo della sua velocità e ferocia, era esattamente lo stesso che aveva bagnato la propria arma ... o la stessa.

La Mira dell'avversario era concentrata a mirare il proprio fianco, quello sinistro: per un attimo un brivido gli percorse la schiena, nel pensare che non avrebbe mai potuto fare in tempo a tirarsi indietro. Cercò di fare leva sulle sue gambe allenate e leggere, per tentare di saltare all'indietro per evitare non tanto l'arma quanto il veleno stesso - era quello che faceva paura più dell'arma stessa. I capelli blu, lunghi fino alle spalle, gli volarono sul volto con eleganza - fluttuando quasi intorno al viso delicato e dalla bellezza pura degli Elfi. Gli occhietti violetti, specchi dell'anima pura ma manipolata di quello che non era altro che un bambino, erano invece fissi su quello che era il suo avversario: non gli avrebbe permesso di avere la meglio, infatti se fosse riuscito ad evitare la sua arma, avrebbe fatto di tutto per cercare di contrattaccare con la propria lama.

Doveva farcela ... Non era venuto lì per farsi battere da un Goblin - aveva ancora una missione da compiere ... Ed era proprio vicino a sè.
 
Top
Lord Altair
view post Posted on 15/6/2012, 22:58




Altair, Guerriero Umano



"Centro" - La mia bocca si stirò in un sorriso malevolo e soddisfatto, cosi come sempre accadeva ogni volta che uno dei miei colpi raggiungeva il bersaglio. - "Solo uno su due, ma poco importa"

I mie occhi seguirono il lento fluire del sangue lungo la lama, sottili e densi rivi carmini che si dividevano, riunivano e ridividevano sino a bagnare la punta del lucido acciaio per poi ricadere in lente gocce sull'erba umida.

Li riportai immediatamente sul mio avversario, non prima però di essermi assicurato delle condizioni di Sarnek.

I nosri occhi si incrociarono ancora una volta, pozze violette contro profonde e limpide acque...e ancora una volta quella strana sensazione, quasi una riminescenza, si fece largo nella mia anima.

Forse saranno stati quei suoi occhi, cosi simili a quelli di Alcyone, forse il fatto che fosse per metà del sangue di mia madre....Eppure tutto questo mi sembrava troppo lontano dalla realtà..doveva esservi dell'altro, qualcosa di inconscio che ero certo di sapere ma di cui ancora non ero consapevole.

Lo scontro però aspettava e i nostri nemici di certo non avevano la gentilezza di lasciarmi a queste riflessioni.

Abbandonai l'attenzione su Sarnek, giusto quando il piccolo assassino sfoderò il pugnale con un piacevole rumore di cuoio contro acciaio, preparandomi alla inevitabile reazione del goblin.

La sua lama balenò nella semioscurità della foresta, emanando piccoli bagliori verdi-acerbi laddove il veleno che vi aveva intinto rifletteva la pestilenziale nebbiolina che avvolgeva il terreno, sollevandosi sopra di esso solo per pochi centimetri.

Piccole volute di quel tossico miasma presero a formarsi attorno alle gambette del goblin quando quell'essere scattò in avanti nel tentativo di colpirmi, cosi come fecero attorno ai miei stivali nell'esatto momento della mia azione difensiva.

Portando indietro la gamba destra, feci perno sulla sinistra, esibendomi in una mezza rotazione del busto, mentre con la spada corta, tenuta nella mancina, preparai un mandritto con lo scopo di intercettare e deviare la lama avversaria......


 
Top
Narratore PNG
view post Posted on 21/6/2012, 19:46




Narratore



Rorg giunse a gran velocità su Altair che prontamente ruotando sul piede perno lo sorprese -Veloce l'umano..-pensò il piccolo goblin, -Solo fortuna..-.
Il Katar di Rorg provocò una scintilla e il veleno verdastro della lama lasciò una scia di gocce velenose che toccando il terreno lo corrosero lentamente. La spada di Altair respinse prontamente il Katar di Rorg sbilanciandolo in avanti. Il veloce assassino scattò indietro portando il Katar vicino sicuro che l'avversario avrebbe potuto approfittarne per sferrargli un forte contrattacco. Rerha intanto si portò veloce al fianco di Sarnek ferendolo leggermente, ma il contatto fu sufficiente per permettere al veleno di penetrare nel giovane corpo del mezzelfo "Preso!" sussurrò la goblin soddisfatta mentre un piccolo sorrisetto si animava sul piccolo volto -Entrerà subito in circolo e lentamente si indebolirà, il piccoletto non ha scampo..- pensò Rerha guardando Sarnek "Non sei alla mia altezza come pensi di raggiungere la mia regina? che illuso.." disse con la piccola vocina stridula che rendeva il suo tono e le sue parole ancor più fastidiose e presuntuose. Rerha si portò con un saltò indietro per mostrare quanto agile e scattante fosse preparandosi al contrattacco del giovane mezzelfo.

In quel momento Rerha e Rorg osservando i loro avversari ebbero lo stesso pensiero e con grande sincronia sussurrarono"Non hanno speranze questi due.."


Rorg

Vita: 83
Attacco:20
Difesa: 21
Magia: 7

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia)ATTIVA

(dado attacco contro Altair 20)

Rerha

Vita: 100
Attacco:20
Difesa: 21
Magia: 7

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia)ATTIVA

(dado attacco contro Sarnek 15)

Sarnek

Vita: 500
Attacco: 21
Difesa: 17
Magia: 10

(dado difesa da Rerha 4)

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia) NON ATTIVA(attiva nel prossimo attacco)

Altair

Vita: 500
Attacco: 17 Rorg / 19 Rerha
Difesa: 27
Magia : 12

(dado difesa da Rorg 16)


Sarnek viene colpito da Rerha e avvelenato per 3 turni
Altair si difende da Rorg

Sarnek vita 480
 
Top
Sarnek_Deschain
view post Posted on 25/6/2012, 22:47




www.youtube.com/watch?v=iJYwIfciQ-Y

Il Giovane Mezz'Elfo non fece nemmeno in tempo a guardare il proprio avversario - troppo veloce i suoi movimenti e troppo abili le sue braccia per quello che doveva fare. Sgranò le palpebre con forza, mentre le pupille sembrarono per un attimo tremare con la stessa forza con cui lo fecero le sue membra - un momento delicato, quello che si trovò ad affrontare per una frazione di secondi. Sembrò durare una vita ciò che successe, sembrò durare secoli ciò che passò per la sua mente in quel breve tempo che impiegò l'arma della goblin per giungere al suo corpo.

Cercò inutilmente di indietreggiare, quando già la punta dell'arma squarciò i suoi vestiti per giungere alla pelle - mettendo dunque facilmente il veleno in atto. Non era riuscito nel suo intento, aveva provato inutilmente ad affrontare l'avversario con le sue stesse armi, stupidamente aveva creduto di poter fare troppe cose alla volta: lui che era solo un bambino, seppur molti aspetti del suo essere potessero indurre qualcuno a pensare il contrario. Inciampò per un attimo nei suoi stessi piedi, quando il mantello andò ad intrecciarsi alle proprie caviglie. Toccando terra, riuscì a guardare in direzione di Altair, cercando di capire se per lui andava tutto bene - non era preoccupazione, la sua, ma soltanto quella sottile curiosità che colpisce due sfidanti quando cercano di prevalere l'uno sull'altro.

Non si sarebbe dimostrato debole con lui a cinque metri di distanza ... Non poteva permetterselo, per loro, per sè stesso.

Si rimise in piedi con qualche esitazione, barcollando per qualche minuto prima di tornare a localizzare ciò che doveva affrontare: quella creatura odiosa, che per un solo istante aveva rischiato di mandare tutto al vento. Per un attimo Sarnek si ritrovò a pensare che tale possibilità sarebbe potuta essere una liberazione dalla sua vita, una diversa via di fuga da ciò che la Gilda stessa aveva in piano per lui. Se durante quello scontro tutto sarebbe andato in fumo, non sarebbe stato obbligato ad uccidere Altair, non sarebbe stato obbligato a tornare da loro ... Cosa c'era di Male, in questo?

Portò la mano alla cinghia che percorreva il suo fianco destro, stringendo le dita intorno alle piccole else dei suoi Kunai. "Anche se la prospettiva di una liberatoria fine è impossibile da ignorare, non permetterò a questi esseri di avere la meglio ..." si ritrovò a pensare per un attimo, cacciandoli dalle rispettive custodie. "Lei ... mi aveva detto di resistere ..." tornò a pensare per un attimo, ritrovandosi involontariamente a pensare a quel giorno ... Quello , strano, giorno ...


www.youtube.com/watch?v=PK7kmRNfi4s&feature=relmfu

<<"Chi sei tu, dunque?"
"Non è ora il momento delle risposte, Sarnek - per ora ti basta sapere che è questo ciò che voglio da te, ed è esattamente ciò che tu farai."
"Io non ... Non farò mai ciò che vuoi tu ..."
"Non dipende da Te, come non dipende solo da me - è ... un qualcosa che va ben oltre ciò che voi umani e noi immortali possiamo decidere, è una forza che per secoli ha mosso il destino delle persone. La gente continua a credere che siamo noi quelli responsabili di ciò che accade nelle vostre vite e durante i vostri anni, ma è una parte della forza che va oltre il confine dei nostri poteri. Capirai, un giorno, il fatto che è meglio arrendersi a ciò che è stato già prestabilito ... Combattere, è solo inutile. Non è una Battaglia, dove puoi cercare di avere la meglio; non è un gioco, dove qualche trucco e un pò di fortuna possono cambiare le carte in tavola. E' un insieme di cose troppo lontano per poter essere raggiunto, e ti sta studiando.">>




Scosse il capo, cercando di ignorare la voce di quella donna, cercando di non pensare a ciò che lei aveva predetto. Doveva pensare solo a ciò che aveva davanti, a ciò che accadeva in Quel momento, non anni prima. Tese di scatto la mano, senza nemmeno prendersi il tempo di riflettere: troppo meccanici erano diventati ormai quei movimenti, che richiedevano spesso anni di allenamenti. Troppo naturale per lui, l'istinto di combattere e di cercare di imporsi sul prossimo, richiedendo molto spesso la vita di qualcuno per fare un favore ad altri. Ma di lui, dopo tutto quello, che cosa ne sarebbe rimasto? Cosa sarebbe accaduto alla sua mente e al suo cuore, quando tutto ciò sarebbe finito, o peggiorato, o mutato?

Come una forza invisibile, il vento aumentò per un attimo la sua potenza e sembrò andare incontro ai pensieri del giovane Mezz'Elfo - scosse tanto il suo aspetto quanto ciò che provava all'interno. Come se tutto ciò che era in lui potesse essere visibile agli occhi esterni, sembrò quasi facile per gli altri capire che c'era qualcosa che non andava. E Altair, il più vicino a lui in quel momento, sembrò risentirne quando i pensieri del giovane giunsero forti e possenti nella propria mente ... come anche i Kunai del Mezz'Elfo, che schizzarono contro i due Goblin.
 
Top
Lord Altair
view post Posted on 26/6/2012, 19:10




Altair, Guerriero Umano.



Un contadino con in mano una spada non sarà mai un cavaliere, cosi come un goblin rimarrà sempre un goblin qualunque cosa esso usi come arma.

Il disprezzo per quella creatura era certamente visibile sul mio volto, ma non potevo comunque permettermi di abbassare la guardia. A Krynn esistevano Signori della Guerra Goblin che erano riusciti a dare del filo da torcere a valorosi guerrieri e seppur la contorta creatura che aveva appena tentato di attaccarmi, fallendo miseramente, non aveva di certo l'aspetto di un possente guerriero, di certo i suo movimenti erano veloci e il veleno che portava con se alquanto letale.

Non potè sfuggirmi l'inquietante sfrigolio e l'effetto che alcune gocce di quel liquido, staccatosi dalla lama avversaria quando il nostro acciaio si scontrò, stavano ora facendo al morbido manto d'aghi di pino , foglie ed erba sul quale era caduto. In meno che non si dica laddove la tossina era scivolata, ora rimaneva solo un perfetto , nero, cerchio di morte.
- Meglio non pensare agli effetti dell'avere una simile cosa in circolo dentro di me-

Durante l'evoluzione con la quale evitai l'attacco del Goblin aprofittai per lanciare un'occhiata a Sarnek notando, con mio disappunto, che sembrava essere stato ferito e buttato a terra.
Laddove il pugnale dell'altro goblin aveva colpito , i vestiti di Sarnek erano lacerati e sotto di essi si poteva scorgere una sottile linea rossastra. La ferita era superficiale, un nonnulla se non si fosse trattato di un'arma avvelenata.

Purtroppo in questo momento non ero in grado di aiutarlo e più il tempo passava, più il mezzelfo combatteva, più l'adrenalina avrebbe fatto agire il veleno in modo veloce ed efficace.
L'unica cosa che potei fare fu cercare di sorridergli, ma il risultato che ne uscì poteva essere interpretato sia come un segno di conforto che come un segnale di disprezzo...e sinceramente, in quel momento, anch'io non fui in grado di capire quali sentimenti mi animavano.

Una cosa però sapevo, disprezzo o conforto , Sarnek in questo momento era pur sempre un mio compagno d'armi, era in difficoltà e dovevo aiutarlo.
L'unico modo per farlo sarebbe stato quello di finire in fretta il mio avversario.

Dal canto suo non mi sfuggì il fatto che, fallito il colpo, il Goblin ebbe la prontezza di portare la sua arma vicino a se, segno che si trattava comunque di un guerriero scaltro. Ora, come aprofittare della mia posizione di vantaggio per colpirlo?
L'istinto gli aveva fatto ritrarre l'arma vicino al corpo, ad altezza media, un buon compromesso per provare ad affrontare qualsiasi mio attacco... L'unico modo per sopraffarlo era quindi provare a sorprenderlo.

Se fossi stato in lui, o comunque in qualsiasi altro soldato nella stessa situazione di quella creatura, mi sarei aspettato dal mio avversario un attacco mortale, diretto alla schiena oppure alla testa, era la mossa più logica da fare per sfruttare una posizione vantaggiosa come la mia.

Per cui non furono nè la testa nè la schiena il bersaglio del mio attacco, bensi, mirai basso.
Durante la rotazione piegai le ginocchia abbassandomi quasi all'altezza del mio avversario, dopodichè feci saettare le lame in un turbine d'acciaio il cui unico scopo era quello di tagliare i garretti del Goblin; una ferita profonda, giusto sul retro tra piede e caviglia , avrebbe reso quella creatura molto meno propensa a farmi del male...e con un po di fortuna avrei potuto proibirle qualsiasi ulteriore movimento......Per finirla, sarebbe poi bastato un semplice battito di ciglia.

In fondo era pur sempre un animale e come tale lo avrei trattato........


Altair


Livello 1

Vita: 500

Attacco: 29 contro Rorg
( 13 attacco base +6 Spada corta +8 Spada Lunga )

Difesa: 27
( 14 difesa base +13 Corazza di Scaglie )

Magia : 12
Reazione: 10



Edited by Lord Altair - 3/7/2012, 00:15
 
Top
Narratore PNG
view post Posted on 25/2/2013, 16:48




Narratore



I due goblin con sincronia si misero in posizione di difesa convinti che la loro vittoria fosse ormai garantita, due kunai partirono a grande velocità contro i due goblin che con un salto acrobatico rotenado velocemente su se stessi fecero passare i kunai sotto di loro evitando il colpo, ancora sospesi a mezzaria i goblin si scambiarono un sorrisino di complicità, ma Rorg senza accorgersene venne attaccato improvvisamente ai garretti mentre si apprestava a tornare in posizione di attacco. L'urlo stridulo e sofferente del Goblin nel cadere al suolo brutalmente rotolando a terra con entrambe le caviglie sanguinanti che non gli permettevano di rialzarsi facilmente. Rerha corse incontro al compagno assicurandosi che fosse ancora vivo "Rorg!!" disse con la sua voce acuta per richiamare l'attenzione del compagno "Mi ha preso di sorpresa non potevo.." "Taci! non stai combinando niente smettila di distrarti mi sei solo di intralcio! Occupati del piccoletto!" disse innervosita la goblin "Non pensate di aver vinto, la vostra è solo fortuna!" portando gli occhi su Sarnek sorrise "Il veleno ti fa male piccoletto?AHAHAHAAH!!!" disse e caricando un attacco veloce si diresse contro Altair all'ultimo secondo a pochi passi dall'umano avrebbe fatto una scivolata sotto le sue gambe per portarsi alle sue spalle e pugnalarlo.
Altair sembrava maggiormente pericoloso e Rerha sperava che il compagno combinasse qualcosa di buono attaccando l'avversario ferito e avvelenato.
Rorg faticosamente si rialzò non riuscendo ad attaccare con la sua solita velocità preferì un attacco diretto ormai esausto per i colpi subiti puntò dritto al ventre del giovane Sarnek.

Rorg

Vita: 83
Attacco:20
Difesa: 21
Magia: 7

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 2 turni)ATTIVA

(dado difesa da Altair 9)(dado difesa da Sarnek 16)

Rerha

Vita: 100
Attacco:20
Difesa: 21
Magia: 7

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 2 turni)ATTIVA

(dado difesa da Sarnek 8)

Sarnek

Vita: 500
Attacco: 21
Difesa: 17
Magia: 5

(dado attacco contro Rerha 2)(dado attacco contro Rorg 10)

Veleno: Formula del Veleno di Vipera (sottrae -2 vita per 3 turni, consumo -5 magia) ATTIVA

Altair

Vita: 480
Attacco: 29 contro Rorg
Difesa: 27
Magia : 12

(dado attacco contro Rorg 17)


Altair colpisce Rorg
Sarnek fallisce contro Rorg e Rerha
Sarnek perde -2 vita per il veleno.

Rorg vita: 37
Sarnek vita: 478
 
Top
Sarnek_Deschain
view post Posted on 25/2/2013, 21:22




Mentre i due goblin si presero l'onore di soffermarsi per discutere brevemente l'uno con l'altro, il Piccolo Mezz'Elfo appoggiò la manina sulla corteccia dell'albero più vicino a sè: il respiro pesante condensava ritmicamente l'aria in spesse nuvole di fumo, causando come effetto contrario le ferite profonde che l'aria fredda infliggeva nei polmoni del ragazzino. Uno sguardo esterno avrebbe avuto qualcosa da ridire nel vedere un bambino combattere, quasi, come un adulto: ma bisogna riportare all'attenzione altrui il fatto che Sarnek dimostrava solo sette anni: in realtà ne aveva di più, per via del suo sangue per metà elfico. Del bambino conservava tutte le difficoltà, la fragilità fisica, l'inesperienza e l'insicurezza; dell'adolescente aveva le paure, i dubbi, e un presente caratterizzato dal male e dalla morte - la Gilda lo aveva mandato lì per uccidere Altair, in modo tale da completare il suo periodo di addestramento e lui, nonostante non volesse affatto farlo, doveva stare alle loro regole se aveva cara la vita propria e quella di Katerina. Puntò gli occhi sui Goblin e portò la mano destra al proprio lì dove era stato ferito: il sangue aveva iniziato a bagnare la propria maglia, già bagnata per via della pioggia di poco prima, incollandola alla pelle e alla ferita. Il veleno faceva sentire il proprio peso, ma il piccolo cercò di convincersi che non era nulla di grave: doveva sopravvivere all'attacco del Goblin, doveva farlo per Katerina - era per lei che stava facendo quella missione, anche se odiava la Gilda, anche se odiava uccidere e fare del male, anche se odiava tutta quella situazione e non ci voleva avere nulla a che fare con quel dannato Altair, la Stella Nera di Athena.

Il vento spostò dolcemente le ciocche dei suoi capelli blu, facendole finire sugli occhi; scosse il capo, stringendo le mani sul proprio pugnale con rabbia e paura: non aveva mai sentito quella presa cosi viva, così mistica come apparve al suo cuore in quel momento. Sentiva che quel pugnale era l'unico mezzo per raggiungere la salvezza, quell'elsa a forma di serpente era l'unico modo per raggiungere il suo scopo - poco importava che fosse della Gilda, poco importava che doveva uccidere per salvarsi, era una necessità. Strinse i dentini, puntando gli occhi violetti sul goblin nel momento stesso in cui questo partì all'attacco in sua direzione: veloce, seppur indebolito, ma anche Sarnek era stato ferito precedentemente. Non sapeva effettivamente quale fosse il veleno da loro usato, anche se molto probabilmente era lo stesso che aveva lui - tuttavia, sentiva le proprie, piccole, forze venire meno. -Devo farcela ... - pensò, spostando lo sguardo sulla figura di Altair con disperazione, seppur non fosse una richiesta di aiuto la sua. - Devo ... sopravvivere ... - continuò, prima di cogliere il momento adatto e tentare di spostarsi di lato appena il Goblin raggiunse la pericolosa vicinanza che avrebbe potuto permettergli di ingaggiare la lama di Sarnek.

Il Mezz'Elfo tentò di pensare velocemente alla cosa migliore da fare, alla cosa più utile; non gli veniva in mente nulla e aveva giusto una frazione di tempo prima che il Goblin si girasse e tentasse nuovamente di colpirlo. Fu allora, che scelse l'idea più istintiva che gli suggerì il cuore. Diede le spalle al Goblin e iniziò a correre con tutta la velocità che aveva verso le figura di Altair e della compagna del proprio nemico: le gambe sottili non ebbero difficoltà ad adeguarsi all'irregolarità del terreno, non ebbe problemi ad evitare di scivolare sul fango e si rese conto a cosa andava a mirare tutto il suo addestramento. Vide la Goblin scivolare sotto le gambe di Altair e tentare di attaccarlo alle spalle, sfruttando la sua agilità e il Mannarelfo agì per istinto: cercò di buttarsi sulla Goblin con il pugnale tra le mani, senza mirare affettivamente a pugnalarla quanto a buttarla giù e farla rotolare sul suolo, dandogli il tempo di colpirla solo in seguito o di spostarsi di lato lungo il suolo per salvarsi. Si rese conto solo in seguito che in quel modo, forse, aveva cercato di salvare la vita di Altair - ma cambiò subito idea, pensando che l'aveva fatto solo per creare caos e portare il centro della battaglia vicino al guerriero, di gran lunga più addestrato di lui. Pregò tutti gli Dei che conosceva affinchè la sua mossa non gli costasse la vita ....
 
Top
Lord Altair
view post Posted on 27/2/2013, 18:09




Altair, Guerriero Umano.




L'acciaio morse le carni ancora una volta, ma il suo padrone non potè negare di essere stupito dall'agilità mostrata da quelle due creature.
"Sapevo di non doverli sottovalutare. Meglio così, la mia vittoria sarà più che meritata!"

Pensieri Orgogliosi i miei, forse anche troppo pregni di fiducia nelle mie capacità, in fondo ero solo una recluta seppur con dieci anni di addestramento marziale alle spalle. Ma tra i ranghi di Takhisis una era la legge che vigeva - Vittoria ad Ogni Costo, null'altro era accettabile -, regola che invero avevo imparato sin troppo bene.

Giovinezza, Orgoglio, Fede, Amore, sentimenti che a quell'epoca ti fanno sentire invincibile e immortale, con il mondo ai tuoi piedi e un glorioso futuro davanti, ma anche pericolosi nemici in grado di portarti a soppravalutare le tue capacità, facendoti commettere gravi errori. Solo tempo ed esperienza insegnano come combatterli e per me, ancora ignaro del Destino che mi aspettava, i tempi non erano ancora maturi.

Lo scontro in atto non rappresentava null'altro che un modo per mettermi alla prova, mostrare le mie capacità e confrontarmi con esse, nient'altro importava ora, anche il pensiero del vero motivo per cui ero qui rimaneva in questo momento relegato in una parte poco importante della mia mente.

In me però, già albergava quel bocciolo di saggezza che in futuro sarebbe sbocciato e avrebbe guidato tutte le mie azioni al servizio della Gloriosa Dea che servivo. Un piccolo lumicino in effetti, ma che mi permise di non lanciarmi a capofitto nella mischia sentendo già in bocca il sapore della vittoria.

Ora gli avversari si erano scambiati e contro di me si parava la Goblin femmina, che ancora non aveva subito ferite. Ebbi solo un attimo prima del suo successivo attacco, che si palesò in una veloce carica nei miei confronti.
"Dopo tutte quelle acrobazie ancora non è stanca, hanno una vitalità eccezionale" , riflettei, lieto di sentire che malgrado il veleno, la camminata e le avverse condizioni ambientali ancora ero in forze per combattere, altro piacevole vantaggio del duro addestramento a cui ero stato sottoposto.

La carica si trasformò in un'improvvisa scivolata, aiutata anche dell'umido terreno del sottobosco, una mossa che mi sorprese non poco, sopresa chiaramente indicata dall'istintivo spalancarsi delle verdi iridi dei miei occhi.

Avevo solo una frazione di secondo per reagire ed ogni indecisione poteva anche essermi fatale, ma, fortunatamente, la risposta a questo problema mi sovvenne da Sarnek stesso.
Il ragazzino, minacciato ora dal mio precedente avversario , decisamente indebolito e con la mobilità minata, provò a sfuggirgli invece che affrontare il suo attacco, dirigendosi chiaramente verso di me in un disperato tentativo di intercettare la Goblin prima che riuscisse ad attaccarmi. Concentrai quindi la forza nelle gambe e spiccai un balzo in avanti si da provare ad uscire dalla portata della creatura chiamata Rerha e di passare anche sopra Sarnek in scivolata. Se tutto fosse andato come previsto durante la mia ricaduta avrei avuto l'opportunità di colpire nuovamente Rorg alle spalle e sperenzosamente finirlo.

Nel caso invece Sarnek fosse stato colpito, beh il Goblin maschio sarebbe stato comunque in una posizione di svantaggio. L'unica incognita era il pugnale che mi minacciava alle spalle. Sarnek sarebbe stato cosi veloce e fortunato da fermarlo? Io sarei stato cosi veloce da sfuggirgli?. Incognite di una battaglia........il bello di una battaglia.......Sorrisi..eh si, la guerra era proprio entrata in me, scorrendomi nelle vene insieme al mio stesso sangue.....
 
Top
25 replies since 19/1/2012, 22:23   432 views
  Share